domenica 17 maggio 2009

La maggioranza del Circolo di Rifondazione non riconosce l'accordo: saremo all'opposizione

Partito della Rifondazione Comunista - Circolo di Urbino
Comunicato stampa della maggioranza del Direttivo di Circolo

Deve Rifondazione Comunista rinnovare l’alleanza con il PD alle prossime elezioni di Urbino?Il nostro giudizio sugli ultimi 5 anni è negativo. Sia per il modello di sviluppo legato al cemento (S. Lucia), sia per la gestione dei servizi pubblici (esternalizzazioni, privatizzazioni, ricorso a SPA e cooperative, aumento delle tariffe, riduzione della spesa sociale), ci sentiamo molto distanti dal PD. Così come ne critichiamo l’incapacità di pianificazione e progettualità di fronte a una città in declino e l’arroganza di chi decide sempre da solo. I risultati ottenuti da Rifondazione sono stati insufficienti e i rapporti di forza ci dicono che non sarà possibile ottenere domani ciò che non è stato ottenuto ieri.Certo, c’è in Rifondazione chi, come l’assessore uscente, vuole confermare l’alleanza a tutti i costi. Proprio per questo, la minoranza del partito ha chiesto ossessivamente un’assemblea degli iscritti, con l’intento di mandare a casa chi si opponeva all’accordo (“se il Direttivo non appoggia Corbucci, allora va rivisto”, dichiarava Demeli al Carlino già a febbraio). Questa assemblea si è tenuta il 28 marzo, ha avuto un’altissima partecipazione e la linea del Direttivo ha incontrato il pieno sostegno del Circolo, come hanno testimoniato i giornali. La contrarietà all’accordo con il PD è stata anzi così schiacciante che la minoranza è uscita al momento del voto, proprio per cercare di delegittimare il pronunciamento dell’assemblea.Come se non bastasse, le trattative condotte fino all’altro giorno hanno dimostrato che con questo PD non ci sono le condizioni di una discontinuità amministrativa e di una svolta nelle politiche pubbliche. Rivendicazione del “buon governo” di questi anni. Nessun impegno preciso su come affrontare la crisi economica (esenzione dalle tariffe comunali, recupero dell’evasione fiscale), nessuna volontà di ripubblicizzare interamente ciò che è stato privatizzato. Nessuna garanzia sulla condivisione delle scelte strategiche. Inoltre, c’è la pretesa che sia il PD a scegliere l’assessore di Rifondazione approfittando della sua divisione interna, magari ponendo il veto sulle persone più autonome e scegliendo un assessore “morbido” e prono ai voleri del sindaco.Per queste ragioni la maggioranza del Direttivo del PRC di Urbino, forte del pronunciamento assembleare, esprime ufficialmente la sua contrarietà all’accordo con il PD e la volontà che il partito presenti, possibilmente insieme al PdCI, un candidato sindaco comunista.Qui cominciano però i guai. Lo Statuto di Rifondazione assegna alla Federazione Provinciale (che da mesi esercita fortissime pressioni) la facoltà di scavalcare il volere del Circolo nelle città capoluogo e di imporre l’accordo, affiancando il simbolo del PRC a quello del PD. E’ quello che probabilmente accadrà. Va detto chiaramente allora che si tratta di un accordo tra la Federazione Provinciale del PRC e il PD, accordo che il Circolo di Urbino non voleva, che è costretto a subire e che certo non sosterrà con entusiasmo.Non possiamo impedire questa forzatura che passa sopra il volere degli iscritti. Possiamo però continuare a testimoniare di fronte alla città la nostra autonomia e la nostra diversità. Rimanendo al nostro posto, svolgeremo un ruolo critico nei confronti della prossima maggioranza e ne denunceremo gli errori, anche se verranno da un assessore che verrà attribuito a Rifondazione ma che nessuno di noi voleva.

Stefano G. Azzarà
Antonella Lionetti
Donato Ovarini
Leonardo Pegoraro

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