domenica 14 giugno 2009

La minoranza di Rifondazione cerca alibi per la propria sconfitta. Prima ignorano il parere del Circolo, poi danno la colpa a chi li aveva avvertiti!

E' veramente paradossale: prima impongono l'alleanza con il PD contro il parere del Circolo e poi si lamentano perché il Circolo non li ha votati e danno la colpa a chi li aveva messi in guardia!

Se la minoranza di Rifondazione non ha ancora ben compreso "perché per la prima volta dal 1946 i comunisti non sono presenti in Consiglio comunale" posso spiegarglielo io per l'ennesima volta. I "comunisti" pro-Corbucci hanno perso oltre 600 voti che sono andati dritti alla Lista Gambini. Li ha spostati Azzarà questi voti? Ci vuole molto a capire che questo è il chiaro segno della volontà degli elettori di Rifondazione di opporsi al PD e al suo sistema di potere? Sono tre anni che provo a dirglielo e a salvare il partito, ricevendone in cambio solo insulti e emarginazione. Il gruppo attorno all'assessorato - che era una minoranza nel partito di Urbino ma godeva dell'appoggio del segretario provinciale Savelli - ha voluto imporre a tutti i costi un'alleanza che ben pochi volevano, delegittimando il Direttivo, distruggendo il Circolo e dimostrando di avere perduto quasiasi contatto con la realtà e la propria base. In questo modo si sono letteralmente suicidati e adesso non contano più nulla, perché dopo aver perduto l'assemblea degli iscritti hanno perduto anche... l'assemblea degli elettori!

La minoranza rifiuta di fare i conti con le proprie responsabilità e in maniera infantile cerca con attacchi ad personam solo scuse e capri espiatori per una sconfitta che è tutta politica ed è tutta frutto della sua incapacità di direzione. In questi anni la minoranza ha trasformato Rifondazione in uno scendiletto del PD, replicando un vizio che purtroppo non è solo di Urbino ma è stato la causa principale del nostro declino sul piano nazionale, a partire dall'esperienza fallimentare del governo Prodi.
Invece di interpretare il malcontento dei cittadini e in particolar modo dei settori più deboli della nostra città, la minoranza ha coperto sempre e comunque Corbucci, nonostante questi abbia governato male (come dimostrano i 14 punti persi) e abbia sistematicamente umiliato Rifondazione. Mentre gli elettori se ne accorgevano, la minoranza è rimasta pervicacemente chiusa nelle stanze dell'assessorato e ha perduto un'occasione irripetibile, lasciando a Gambini quel ruolo di opposizione che proprio Rifondazione avrebbe dovuto e potuto svolgere, se avesse avuto il coraggio di lasciarsi alle spalle il moderatismo e la subalternità di alcuni suoi esponenti. E' lo stesso fenomeno che sul piano nazionale ci ha fatto perdere consensi verso Di Pietro, consensi che sarà molto difficile recuperare se non si cambia musica e non si diventa finalmente liberi dal PD.

La richiesta di espulsione, che scimmiotta riti che in passato avevano una loro tragica nobiltà, appare oggi francamente ridicola. Non si capisce chi dovrebbe espellere chi, e soprattutto da cosa, visto che il partito non esiste più perché loro lo hanno distrutto. Chi sarebbe l'autorità nel partito oggi, forse Marco Savelli? Oltretutto, con il loro comunicato i compagni della minoranza fanno la figura dei meschini burocrati a guardia del bidone, mentre fanno fare a me la figura dell'eroe dissidente che ha difeso l'autonomia del Circolo di Urbino e si è opposto sino all'ultimo alla prevaricazione che veniva da Pesaro. Complimenti!
Semmai, invece dell'espulsione dovrebbero chiedere per me un premio, visto che, mantenendo un profilo di coerenza e dimostrando che nel partito non tutti sono subalterni al PD, ho cercato di evitare che nella catastrofe del voto comunale crollasse anche il voto per le europee, che era la cosa più importante.

Spiace ricordarlo, ma io li avevo avvertiti in tempo di ciò a cui sarebbero andati incontro. Così come sono stato io a costruire a Urbino quell'unità dei comunisti che la minoranza adesso rivendica ma che ha per anni avversato, salvo sposarla all'ultimo minuto solo dopo che il PdCI ha deciso, con una repentina e incomprensibile giravolta, di appoggiare Corbucci. Pur essendosi appropriata illegittimamente del nome ed essendosi attirata per questo non poche critiche, la minoranza è inoltre del tutto ignara del percorso nazionale dei Comunisti Uniti - nati subito dopo le elezioni politiche del 2008 per unire i comunisti ma anche per favorirne l'autonomia dal PD - di cui io sono uno dei primi sottoscrittori e dei quali sono attualmente garante nazionale.

Farebbero adesso miglior figura a star zitti e a consentire un rapido e massiccio rinnovamento all'interno del partito, sia per quanto riguarda la linea politica che per quanto riguarda gli organismi dirigenti comunali e provinciali. Perché adesso è chiaro che Rifondazione non può certamente più presentarsi in città con la faccia di chi ha compiuto questa catastrofe. Ed è anche chiaro che per avere una minima possibilità di ricostruire dalle macerie che la minoranza ha lasciato è necessario che Rifondazione - per quel che questo conta, visto che ormai è diventata una forza marginale - annunci al più presto l'uscita dalla maggioranza di Corbucci e stabilisca un rapporto con l'opposizione di sinistra, per poi dedicarsi a quel lavoro di immersione nella società e di ascolto dei conflitti che può forse consentirle di rimettersi in piedi.

E' quello che il Direttivo del PRC di Urbino, nel pieno dei suoi poteri e unico organo legittimato a rappresentare Rifondazione in città, dovrà fare nei prossimi giorni. Anche per questo, oltre che per ristabilire la legalità interna calpestata dalla minoranza e da Savelli, non ho nessuna intenzione di uscire da Rifondazione sebbene abbia cose un po' più gradevoli e gratificanti da fare che litigare con Demeli.

Stefano G. Azzarà, Direttivo PRC Urbino, Segreteria Provinciale Pesaro e Urbino